Una raccolta di tre storie in tre epoche diverse collegate da un filo invisibile che conduce verso il paradiso.
Si inizia nel 1893. La storia è ambientata a NY city e vede come protagonista principale un uomo chiamato David Bingham. David e i suoi due fratelli sono rimasti orfani e sono stati cresciuti dal ricco nonno nella lussuosa villa di Washington Square. Fin dalle prime pagine, emergono aspetti innovativi e irreali per quell’epoca storica: l’omosessualità è già riconosciuta nei paesi “liberi” e apertamente accettata attraverso i matrimoni combinati tra le famiglie ricche. David soffre di depressione e vive ancora nella villa con il nonno. Il nonno si prende gran cura del nipote, gli promette la magnifica villa in eredità e gli propone candidati appropriati da sposare per vedere il nipote felice. Nonostante gli sforzi, David vive la sua vita in maniera apatica e abitudinale. Ha solo un hobby: quello di insegnare arte in una scuola. Proprio lì conosce Edward, il nuovo insegnante di musica, e se ne innamora perdutamente. Edward è un uomo povero, fuggito dalle “colonie” e con un passato oscuro. Dopo mesi di frequentazione idilliaca, propone a David di sposarlo e trasferirsi per lavorare presso un’attività di famiglia in California, stato “del West” non libero dove l’omosessualità deve essere ancora nascosta. Il nonno vieta a David di frequentare Edward con la minaccia di toglierlo dal testamento e di smettere di mantenerlo. David, che per tutta la vita ha seguito regole in maniera inetta senza mai capire il significato della vita né provare scintille fino ad Edward, decide di voltare le spalle a Washington Square e di seguire Edward verso il suo paradiso.
Il libro salta di un centennio e arriva senza preamboli nel 1993. La storia è ambientata nell’isola O ‘Ahu dell’arcipelago delle Hawaii. Il padre Wika racconta la sua prospettiva di ciò che è accaduto nella sua vita al figlio lontano Kawika (David). Wika, discendente di una famiglia benestante di nome Bingham, è un uomo debole e incapace di lottare per ciò che vuole per se stesso e per il figlio. Si invaghisce di un fanatico uomo di nome Edward e trascinato da lui, abbandona Kawika e la nonna per vivere nella natura selvaggia Hawaiana. Arriva a smettere di parlare con tutti, persino con Kawika, smette di camminare e si lascia lentamente morire fino a quando viene trascinato di peso in un ospedale. Kawika nel frattempo vive a Manhattan con il partner Charles molto ricco. Nelle sue parole a distanza verso il figlio, sembra che Wika si stia riavvicinando a lui e che abbia deciso di riprendere a camminare per raggiungerlo e raggiungere il suo paradiso. Questa seconda storia tratta temi pesanti come l’AIDS e l’accompagnamento di persone care (l’amico Peter) verso la morte. Si entra anche nei dettagli intimi della relazione complessa tra Kawika (David) e Charles, quasi con l’impressione di curiosare tra i loro problemi.
Il libro salta di nuovo un centennio e arriva nel 2093. La storia è di nuovo ambientata a NY city. Siamo in un ambiente totalmente diverso rispetto al secolo precedente: è diventato impossibile stare all’aperto per via delle temperature insostenibili, il cibo e l’acqua sono razionati, non ci sono piante e fiori se non in laboratorio, c’è il coprifuoco, internet è vietato, ci sono pandemie gravissime ogni dieci anni e gli Stati Uniti sono completamente chiusi per chiunque voglia entrarci o uscirci. Anche questo terzo racconto tratta il tema dell’omosessualità, che però torna ad essere vietata affinché il governo stimoli i cittadini a procreare. Uno dei protagonisti principali di questa terza storia è il ricercatore epidemiologico Charles Bingham. L’apice della storia viene raggiunto quando Charles viene condannato a morte come capro espiatorio per aver approvato politiche non popolari durante le pandemie passate. Prima di morire, Charles organizza la fuga dagli Stati Uniti della nipote sempliciotta Charlie, rimasta colpita da una delle pandemie precedenti. Sogna per lei una vita migliore in Europa, fatta di libertà, amore vero e colori. La notte della fuga, Charlie è incappucciata nella barca e per la prima volta nella sua vita si sente felice per il futuro e la sua strada verso il suo paradiso.
Non lasciatevi spaventare dalla dimensione di questo libro: sebbene sia un bel macigno, si legge molto velocemente e accattiva in maniera esponenziale sin dalla prima pagina. Un elemento che ho trovato molto innovativo è che le tre storie sembrano inizialmente disgiunte, ma i nomi e luoghi riproposti insinuano il dubbio di una loro possibile connessione. Hanya Yanagihara ha avuto la capacità di esporre i pensieri più fragili dei protagonisti con una semplicità incredibile e dando l’impressione al lettore di intromettersi in dettagli intimi delle loro vite. I suoi protagonisti sono individui molto insicuri che cercano di trovare il loro posto nel mondo e che, solo alla fine, si incamminano per la loro strada verso quello che considerano sia il loro paradiso. Il libro non ha mai confermato esplicitamente certe intuizioni o dubbi che ho avuto nel leggerlo, ma forse è stato proprio questo a renderlo intrigante. Tutte le tre storie sono veramente accattivanti, anche se forse la terza è stata la più sorprendente e spaventosa. Mi domando: il 2093 non è poi cosi lontano... arriveremo davvero a tanto?