Osamu Dazai scrisse questo libro pochi mesi prima di suicidarsi.
Il protagonista Oba Yozo racconta in prima persona la sua vita con estrema freddezza e distacco dalle tragedie e i problemi latenti che circondarono la sua esistenza fino ad annegarla. Convinto fin da bambino di condurre una vita di vergogna e non degna di un umano, Yozo nasconde i suoi veri sentimenti al mondo intero. Imbroglia tutti comportandosi da giullare: sviluppa negli anni tecniche perfette per suscitare risate, ma in realtà non fa altro che indossare una maschera per celare il suo spirito ombroso. Sopravvive spostandosi di casa in casa, quasi come un parassita incapace di prendere in mano la sua vita. Ha due grandi talenti: quello di saper dipingere fantasmi e di risultare affascinante alle donne, ma niente porta sollievo alla sua esistenza. Infatti cerca di suicidarsi più volte, fallendo pure in quello.
Leggendo questo libro ho notato che l’ambiente di lettura gioca un ruolo fondamentale nella comprensione delle tematiche trattate e immersione totale nella storia di Yozo. Sono riuscita infatti a calarmi molto di più nel ruolo del personaggio leggendo il libro in un ambiente neutro come la mia camera piuttosto che in un ambiente allegro e dinamico, come una spiaggia o un bar. Questo libro semi-autobiografico mi ha spaventata e turbata per il suo modo freddo e diretto di raccontare stati d’animo instabili. Più volte mi sono trovata in profondo disaccordo con le scelte del protagonista e il suo modo di vivere la vita, probabilmente per via della mia poca comprensione del suo stato profondo di depressione. Questo capolavoro della letteratura giapponese mi ha sorpresa e allo stesso tempo turbata per la semplicità con cui tratta un tema così complesso.