“I due ragazzi erano uno di fronte all’altro e si guardavano. Da una parte c’era il mondo brillante della caccia, della tattica, dei giochi feroci e pieni di destrezza; dall’altra il mondo del senso comune, con le sue aspirazioni e con le sue delusioni”.
Gli studenti di una scuola privata inglese sopravvivono a un terribile incidente aereo e si ritrovano soli, senza adulti, su un atollo tropicale. Spiagge bianche e incontaminate, palme, piscine di acqua naturale, alberi colmi di frutti succulenti… un paradiso! I ragazzi si rendono subito conto dell’assenza degli adulti e hanno tutte le intenzioni di finalmente godersi la libertà e divertirsi proprio come vogliono loro. Ralph, uno dei ragazzi più grandi, chiama a raccolta tutti i sopravvissuti soffiando dentro a una conchiglia gigante trovata sulla spiaggia. I ragazzi capiscono il bisogno di istituire alcune regole per la sopravvivenza del gruppo e invocano un’elezione per votare un capo. Ralph sembra essere il ragazzo più ragionevole e ottiene subito i voti di tutti. Con l’aiuto di Piggy, un ragazzo cicciottello ma molto intelligente, istituisce il suono della conchiglia come il richiamo delle assemblee e il possesso della conchiglia come il diritto alla parola durante le assemblee. Durante uno dei suoi discorsi, decreta che la priorità assoluta sia quella di fare un focolaio e mantenerlo sempre attivo affinché possano essere avvistati da un’eventuale nave passeggera. Una seconda esigenza è quella di costruire dei rifugi dove i ragazzi più piccoli possano trovare tranquillità durante i loro incubi notturni. Terzo, tutti devono regolarmente raccogliere acqua fresca in noci di cocco affinché tutti possano bere in qualunque momento. Quarto, bisogna individuare luoghi appositi dove fare i bisogni per evitare che la diarrea causata dai frutti selvaggi sporchi tutto. I ragazzi, grandi e piccoli, accettano le regole ben volentieri e riscostruiscono, senza rendersene conto, gli usi e i costumi di una democrazia. Trovano un equilibrio tra divertimento, sopravvivenza e regole in quel piccolo atollo paradisiaco. Col passare del tempo però, l’equilibrio diventa precario. I piccoli sono pigri e pensano solo a giocare. I grandi iniziano a litigare tra di loro. Jack non è d’accordo con Ralph: a lui non importa nulla di tenere il fuoco acceso. Lui vuole solo andare a caccia con i suoi compagni del coro, i cacciatori, e uccidere i maiali selvaggi della foresta. Gli screzi tra Jack e Ralph iniziano ad aumentare. I cacciatori, sanguinosi e violenti, iniziano una lenta rivolta contro Ralph e le sue leggi. La precarietà dell’equilibrio viene poi ulteriormente aggravata dal forte timore della presenza di una bestia pericolosa sull’isola. La tensione cresce e si fa sempre più palpabile. I piccoli sono terrorizzati dalla bestia, i grandi sono violenti e propensi alla lotta. L’evento che rompe definitivamente l’equilibrio non tarda ad arrivare: un assassinio. “Io ho paura. Ho paura di noi. Voglio tornare a casa!”, sussurra una sera Ralph al suo amico Piggy. Da quell’evento non c’è via di ritorno e si crea una scissione definitiva tra i ragazzi. Da una parte c’è Ralph che cerca il dialogo e la ragione, dall’altra c’è Jack, con i cacciatori, violenti e crudeli. Una grande domanda rimane sospesa nelle menti di tutti gli altri ragazzi: “Che cosa è meglio: la legge e la salvezza, o la caccia e le barbarie?”. Alla fine i ragazzi (non tutti) vengono salvati da una nave della marina. L’ufficiale della nave, scioccato dalle condizioni in cui trova i ragazzi, esprime la sua delusione nel vedere lo stato di disgrazia in cui giovani studenti inglesi di una scuola privata si siano ridotti abbandonati a se stessi.
È una storia simpatica che si trasforma in una vera e propria lotta alla sopravvivenza. Il ritmo del libro è incalzante fin dalla prima pagina e la semplicità della storia, sebbene ricca di simbolismi, rende il libro accessibile a tutti. Golding usa questi ragazzi per lanciare un forte segnale di ammonizione: l’equilibrio dettato dalla ragione è precario e molto più debole dell’equilibrio dettato dalla violenza. Una lezione constante nell’esistenza umana.